Agosto si avvicina, il termometro sta segnando temperature elevate da settimane, rendendo arduo il lavoro degli operatori di campagna, ma la natura sta compiendo, anche quest’anno, purtroppo segnato da eventi sfortunati, come la siccità e le gelate di Aprile funesto, il miracolo della vita che nasce e cresce, si rigenera e da i suoi frutti.
Agosto si avvicina, e tutto il mondo vitivinicolo si affaccia all’evento più importante, il culmine delle lavorazioni di tutto l’anno: la vendemmia,uno tra i rituali dell’agricoltura che più affascina l’uomo, che diventa partecipe di un processo naturale ancestrale. Da millenni, durante la vendemmia si compiono gli stessi gesti, nella stessa stagione, per dare origine a quel “nettare degli dei” che accompagna da sempre i momenti lieti e quelli sacri, il vino.
Ogni anno sono i grappoli coltivati sul versante meridionale del Monte Orfano, proprio dove si erge la storica cantina “La Riccafana“, i primi d’Italia ad essere raccolti, dove il monte è uno scudo naturale che mitiga il clima, mentre l’esposizione al sole, sul versante sud, permette all’uva di maturare prima che nel resto della Franciacorta.
Seguendo il disciplinare del Metodo Classico, a “La Riccafana” la raccolta delle uve viene effettuata solo manualmente, e per altro in cassette molo piccole, per far sì che quella che entra in cantina sia una materia prima di eccellente qualità, nel pieno delle sue proprietà e perfettamente integra, un’ottima base per le lunghe lavorazioni e i tempi di crescita e nascita di un Franciacorta Bio che vuole essere rappresentativo di questo splendido territorio, salubre e sostenibile; sostenibile ed “etico” anche nel momento della raccolta, che implica numerose scelte e una presa di responsabilità anche nei confronti degli operatori, addetti a questa pratica così importante.
In una terra come la Franciacorta, che ad onore del vero si vanta di coltivare una zona di eccellenza e di produrre uno dei beni del Made in Italy più amati, apprezzati e riconosciuti nel mondo, non può passare inosservata la condizione dei braccianti agricoli, degli operatori che stagionalmente vengono assunti nelle aziende agricole e vitivinicole per eseguire le operazioni di raccolta, che però spesso vivono in condizioni discutibili, lavorano fino a quindici ore sotto il sole cocente, spesso senza pause e senza approvvigionamento sufficiente di acqua, esposti al rischio della disidratazione e dell’insolazione, oltre che alla fatica, alla movimentazione di carichi, compiendo attività ripetitive che li costringono a posizioni incongrue.
E’ necessario, pertanto, strutturare la vendemmia in senso etico, affinché gli addetti a questa fase davvero importante siano tutelati in relazione al prezioso aiuto che forniscono, riconosciuti e retribuiti ed assistiti affinché il momento magico della vendemmia possa essere soltanto descritto in termini positivi e non associato ad episodi spiacevoli e vergognosi.
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